Fin da bambina, ero incantata da chi, utilizzando poco o nulla, sapeva creare con le proprie mani. Mio padre si costruiva quello che gli poteva essere utile con oggetti usati. Una vicina mi lasciava assistere alle sue creazioni: schizzava dei modelli di abiti fantasiosi, che poi realizzava con una scelta minuziosa dei tessuti.
Li imitavo già da piccola, creando anch’io dei miei oggetti o delle composizioni floreali.
Sono poi sempre stata sensibile al bello e affascinata dall’estetica: nei vestiti, nella preparazione delle pietanze, nei fiori e nelle piante del mio giardino, negli arredi della mia casa.
E, amando sempre con tutta me stessa, mi sono da subito ritrovata nel cuore, icona universale dei sentimenti e dell’amore, perno centrale della mia vita. In tanti dicono che la mia casa ospita la più grande collezione di cuori mai vista: di ogni materiale, taglia, fattura e colore.
Ma è solo di recente, nel 2017, che ho trovato la mia via per esprimermi e raccontarmi.
Volevo da sempre esprimere i miei percorsi verso l’amore in una creazione. Ma per anni non trovavo un modo che sentissi mio ed originale, anche in relazione alla grande collezione di cuori che ho accumulato nel tempo.
Ho avuto a un certo punto l’ispirazione di realizzare un’opera con materiali cosiddetti “poveri” : filo di ferro, lamiera arrugginita e legno di antiche travi. Di “poco valore” secondo il senso comune, li ho trovati in vecchie case o addirittura in discarica. Dare una nuova vita a questi materiali condannati all’oblio o a essere gettati, mi è parsa la mia “missione”. Ci ho visto la metafora dell’animo umano, che, pur se duramente colpito dalle vicende della vita, addolorato o inaridito, è sempre capace di provare amore, di generare alla fine una moltitudine di cuori.
Uno schizzo si è cristallizzato nella mia mente: dei fili di ferro che si sviluppavano, come delle piante in crescita, secondo un loro percorso spesso tortuoso e che sbocciavano ciascuno in un cuore di lamiera. Il movimento dei fili di ferro descrive bene il cammino della vita, non sempre semplice e lineare, mentre i cuori in lamiera ne rappresentano il perno centrale, l’amore che si finisce sempre per trovare o ritrovare. Inoltre questi materiali non si deteriorano ulteriormente, ma al contrario restano forti ed assumono nel tempo nuove sfumature di colore.
E’ così nato il “filo conduttore” di tutte le mie opere, le cui varianti sono spesso rappresentate da come si diramano i fili di ferro, dai cuori in cui sbocciano e dalla base a partire dalla quale il “groviglio di cuori” si sviluppa: un vaso, un blocco di plexiglass, un legno antico o una vecchia finestra.
Questo sito web, che vi invito “di cuore” a consultare, le mostra quasi tutte.
Gli occhi senza il cuore non possono vedere. Contemplare non è alto che vedere con gli “occhi del cuore”. Davvero il cuore ha i suoi occhi molto più penetranti di quelli esterni.
Molti hanno osservato che le mie creazioni sono estremamente “naturali”, nel senso che è come se in natura, in un giardino segreto, esistessero delle piante di fil di ferro che fanno sbocciare dei cuori in lamiera. Non si vedono giunti, inserti o tracce di manipolazione.
Questo aspetto “naturale” è il risultato di tecniche artigianali di lavorazione del metallo e di taglio della lamiera che ho appreso da un mio caro mentore, ho fatto mie e applico meticolosamente nella creazione delle mie opere con degli attrezzi e con le mie mani, dei cui calli sono orgogliosa.
Per questa ragione, considero le mie opere innanzitutto come artigianali. A chi le ammira e le acquista, lascio decidere della loro valenza artistica.